venerdì 31 ottobre 2008

Vetrata colorata del salone di Casa Batllò

Ed ecco un'altra fotuccia tratta dall'infinito album spagnolo...da notare la signora a destra che non si spostava...uno stress...però da un non sò che alla foto...
Prossimamente le puntate conclusive del racconto del viaggio,il tempo di mettermi a scrivere...ciao!

giovedì 30 ottobre 2008

Mira!Mira!L'arrivo a Valencia

Purtroppo la parentesi della vacanza a Barcelona si è già chiusa. Infatti, è già mattina e il treno per Valencia ci sta aspettando. Dobbiamo lasciare l’Hosteria Grau. Ci siamo trovate bene qui. Prendiamo le valigie e ci facciamo un paio di foto ricordo davanti all’ingresso. Andiamo verso la Rambla, dobbiamo prendere la metro per la stazione. Io e Simona ci facciamo un’ultima foto ricordo vicino alla fontana. Ma ora dobbiamo proprio andare. Adios, Rambla. Adios, Barcelona. Alla prossima. In metro si riconsuma in parte il dramma delle scale mobili. La tentazione di buttare il trolley giù per le scale è fortissima. Finalmente arriviamo alla stazione. Dobbiamo capire come funziona il biglietto elettronico. Capito questo, io e Simona facciamo colazione al bar. Mangiato, andiamo a prendere il treno. Il treno della Renfe è bellissimo. Quelli italiani non reggono il confronto neanche per un nano secondo. I posti sono numerati e già assegnati sul biglietto. Posiamo le valigie e ci mettiamo comode. Siamo vicine al vagone ristorante e già c’è un po’ di viavai. Ma non possiamo immaginare quello che sta per succedere. Arriva un gruppetto di gente, con il classico stile “iosonoacasamia”. Addirittura una per poco non si siede sopra Flavia. Dopo un po’ la situazione si tranquillizza, un po’ perché si sono creati dei sottogruppetti, un po’ perché molti vanno nel vagone ristorante. Fino a che non accade l’impensabile!Una ragazza del gruppo si avvicina a quelli seduti vicino a noi ed inizia ad ancheggiare dicendo più volte “Mira!Mira! Soy dimagrita!”. La faccia di Flavia è eccezionale, tipo “maquestadadovecavoloèuscita”. Allucinante!Nonostante tutto, il viaggio prosegue bene ed il treno si avvicina sempre di più a Valencia. Flavia dorme un po’ ed io e Simona ci guardiamo un pezzo di film (sì proprio un film!). E finalmente arriviamo a Valencia! La stazione è molto carina, e dopo una sosta all’ufficio informazioni dove l’addetta parla italiano (musica per le mie orecchie), andiamo alla ricerca dei biglietti per l’autobus. Trascinandoci appresso i trolley (ancora…), giriamo inutilmente un po’ di tabacõs prima di cedere ai morsi della fame. Andiamo a mangiare non lontano dalla stazione, in un locale suggerito da Massimo, la Cerveceria 100 Montaditos. Il consiglio si rivela prezioso!Dopo giorni e giorni di tristezza alimentare, si mangia ed anche bene. Io do anche luogo ad un siparietto con una cameriera, visto che le faccio un meraviglioso discorso in italiano e lei mi guarda come se fossi deficiente. Con lo stomaco pieno e con le valigie in mano, andiamo a prendere l’autobus pagando il biglietto (ben 1,20 euro). Ed eccoci arrivate vicino all’albergo, poco distante dalla città della scienza. Ci trasciniamo i trolley per un altro po’ e Rooms Deluxe è davanti a noi. È un hotel particolare, infatti ogni camera ha uno stile diverso. Ma la camera che ci hanno assegnato è un bel cazzotto in un occhio, in più ha un letto traballante e un cuscino sporco. La nostra Flavia riesce a farci cambiare stanza e finiamo in una stanza veramente carina in stile arabo.


Finalmente ci possiamo riposare un po’ e ricaricare le batterie. Pronte a girare per Valencia!

mercoledì 29 ottobre 2008

La mia faccia di pietra su Focus!


faccia di pietra, inserito originariamente da via_parata.

Dopo + di un anno la mia foto è stata pubblicata su Focus di Novembre2008!Gioia e Giubilo!!!!
Per la precisione la trovate a pag 119, tra le foto dei lettori "Facce di pietra".
Ciaooo

sabato 18 ottobre 2008

Mumble mumble, che ci è rimasto da vedere?

Dopo l’ammazzata causata dalla spianata della morte, ritorniamo in albergo. Domattina partiamo presto e quindi paghiamo adesso il conto, così abbiamo un pensiero in meno. Visto che ci siamo facciamo anche qualche foto ricordo dell’Hosteria. Dopo un po’ di meritato riposo, riusciamo. Abbiamo ancora diverse cose da vedere. La prima tappa è il lungomare con le attrezzature del Villaggio Olimpico, che non abbiamo visto domenica a causa del suicidio dei piedi di Flavia. Così prendiamo la metro, dove facciamo un incontro esilarante. Infatti, un uomo calvo, che subito si presenta come architetto, inizia a conversare con noi. Il pelatos dopo aver scoperto che siamo italiane inizia a tessere gli elogi del Pantheon usando un mix italo-spagnolo e una movimentatissima gestualità "El Pantheon ha 2000 años y ha cupola-tutto facendo con una mano il movimento della curva e con l’altra fa il classico gesto del bacio come quando una cosa è ottima - mentre el Colosseo es parete - con la mano fa un movimento verticale - la gente non conosce el Pantheon, pochi sanno come funziona". Il tutto ripetuto non so quante volte!Da lacrime! Riusciamo a non ridergli in faccia e ci facciamo dire dove si trova la facoltà di architettura, che scopriamo vicino al Camp Nou. Poi l’architetto scopre che vogliamo andare a visitare la Cittadella ed inizia un altro discorso mixato parlando del fatto che la Cittadella un tempo è stata abbattuta come la Bastiglia, con gesti inclusi. Troppo divertente!Il suo nome in codice è Fufiño, dal Fuffas di Crozza, e di sicuro è un altro tormentone della vacanza. Finalmente arriviamo alla nostra fermata e, salutato Fufiño, scendiamo. E andiamo verso il lungomare e gli edifici del Villaggio Olimpico. La stanchezza si inizia a far sentire!Infatti, davanti al centro biomedico ci sediamo su una panchina e ci riposiamo un po’. Ci facciamo forza e facciamo un giretto. Arriviamo fino ai due grattacieli che disegnano lo skyline del lungomare. Lì c’è il mega pesce (Peix) disegnato da Gehry.
Sulla spiaggia c’è molta gente, anche se il tempo non è dei migliori. Decidiamo di andare verso la Ciutadella, un parco non molto distante. Ci incamminiamo, ma la strada sembra non finire più. Sarà che siamo stanche, ma ogni passo è un tormento. La lunga curva che ci separa dall’ingresso sembra tendere all’infinito. Finalmente arriviamo ed un’altra panchina ci accoglie a braccia aperte. Siamo veramente fuse. Ma noi non molliamo!Vista (ehm)la Cittadella, prendiamo la metro ed andiamo a vedere l'Edificio Forum di Herzog & De Meuron. Ci manca ancora da vedere la Torre Agbar di Jean Nouvel, quindi riprendiamo la metropolitana. Anche la torre ha modificato molto il panorama di Barcelona. Dovunque siamo andate fino adesso, l’abbiamo sempre vista. E’ onnipresente. Forse è di troppo impatto e la forma a supposta, secondo me non aiuta. Nei dintorni della torre c’è la Plaça de Toros. Così io e Simona insistiamo per vederla. Insomma siamo in Spagna e non vederla è un peccato, anche se non si è d’accordo con la corrida. Quindi ci mettiamo in cammino. Ma abbiamo fatto male i nostri calcoli. Infatti, è più distante di quanto pensavamo. Inoltre ormai le nostre gambe non rispondono più ai comandi. Riprendiamo la metro e torniamo in albergo. Siamo affamate e stanche. Così andando contro al nostro odio per i fast food, ci giochiamo l’ultima carta per arrivare a domani: il Mac. E’ da anni che non ci metto piede, ma la disperazione prende il sopravvento. Io e Cioppa mangiamo il pollo e Flavia l’insalata. Per la serie basta che si mangia qualcosa!Torniamo all’Hosteria, dobbiamo fare le valigie. Un altro momento tragico. Fare entrare tutto è una bella impresa! E così andiamo a dormire. Per l’ultima volta a Barcelona. Domani sarà un’altra lunga giornata. Si parte! E Valencia ci aspetta!

venerdì 17 ottobre 2008

Non è vero,ma ci credo...anzi no

E così oggi è venerdì.
Venerdì 17.
E visto che sono una persona seria,matura (non sghignazzate troppo per favore) ma soprattutto non supestiziosa, voglio dimostrare in questo post che questo è solo un giorno come un altro. Va tutto benissimo, a parte quel fulmine che mi ha quasi preso.A casa tutto bene, c'è solo un piccolo virus influenzale che ci ripassiamo in famiglia(sospetta spagnola,crede il dottore).Io stò una favola, ho giusto qualche pezzo di meteorite in testa. E' tutto ok,seriamente, lo dice anche il vigile del fuoco che mi è venuto a salvare stamattina. E anche il gatto nero che volevo portarmi a casa la pensa così. Perciò basta dire che questo è un giorno sfigato!
Sfatiamo questa leggenda nera!E' solo un giorno,una data che può succedere?
Solo perchè in latino 17 si scrive XVII che anagrammato fa vixi...e quindi vissi e ora sò trapassato...non vuol dire niente!E non fate gli scongiuri!A che servono?Un pò di razionalità! E poi spezzo una lancia anche per venerdì 13 che non porta sfortuna!Sicuramente anche Giacobbo di Voyager la pensa come me...se Filippo il Bello non aveva altre date disponibili nell'agenda del 1307 per ordinare lo sterminio dei cavalieri Templari mica vuol dire che stò povero giorno debba portare sfiga!Anche se l'avvento di Giacobbo direbbe il contrario...comunque un pò di ottimismo!Lo dice anche tg riguardo la crisi delle borse perchè non dovremmo farlo noi..anche se non mi fido tanto del giornalista...ha all'occhiello un quadrifoglio e un corno rosso attaccato alle chiavi...eheheh
Abbasso la sfortuna e viva l'ottimismo!o almeno spero...incrociamo le dita ;OP

giovedì 16 ottobre 2008

Medusa-lampadario a casa Batllò


Medusa-lampadario a casa Batllò, inserito originariamente da via_parata.

Nell'attesa della prossima puntata del racconto di viaggio-prometto che mi sbrigo-ecco una foto del lampadario/medusa di Casa Batllò.
Ora ditemi voi se Gaudì era o no un geniaccio...;OD

domenica 12 ottobre 2008

In giro a Mont Juic

Purtroppo oggi è l’ultimo giorno a Barcelona!E abbiamo ancora un mondo di cose da vedere. Dopo la nostra abituale colazione da Buenas Migas, prendiamo la metro per andare a Mont Juic. Dopo uno sguardo al parco Mirò lì vicino, piuttosto triste devo dire, puntiamo dritte alle torri veneziane che incorniciano l’ingresso al grande viale di Mont Juic. Dopo un poco arriviamo a delle scale mobili, quasi vicino alla fontana magica che purtroppo funziona solo di sera nei weekend. Compriamo una cartina del parco e ci ritroviamo poco distanti dal Padiglione di Mies Van der Rohe. Il padiglione, costruito per l’esposizione internazionale del 1929 e ricostruito nel 1989, è un vero e proprio capolavoro dell’architettura moderna. Paghiamo il biglietto ed entriamo. Flavia ci aveva avvertito che di fronte a Mies non avrebbe potuto capire più niente. Cosa che puntualmente accade! Mentre visitiamo l’opera, Simona ed io non la troviamo più e così ci mettiamo a cercarla. La ritroviamo che vaga, come stordita (giuro, la sua faccia è indescrivibile), nel prato (dove non si può camminare)adiacente il padiglione, mentre guarda in estasi l’opera. Tutto sotto lo sguardo divertito del custode!Oddio che risate! Un altro momento da ricordare della nostra vacanza! Salutiamo il buon Mies e ci dirigiamo verso il Poble Espanyol, anche questo realizzato nel 1929, e che vuole rappresentare esempi dell'architettura spagnola popolare. Dentro è molto carino! Ci sono molti negozietti e ristorantini. E’ veramente piacevole passeggiare dentro il Poble. Saltelliamo da una parte all’altra! In un punto più rialzato, si può ammirare un bel panorama della città. Si vede persino la Sagrada Familia. C’è anche un piccolo parco con delle sculture e persino un laboratorio dove fanno il vetro. Ci riposiamo un po’ sotto un gazebo. E per la serie non c’è due senza tre, anche a Simona viene chiesto di scattare una fotografia ad altri turisti. Dopo aver girato tutto il Poble, e fatto anche degli acquisti, decidiamo di andare verso lo Stadio Olimpico. Prendiamo l’autobus, anche perché abbiamo perso almeno un paio di ore buone dentro il Poble Espanyol, e incomincia a fare caldo. Finalmente arriviamo davanti allo stadio, dove però non si può entrare. Così andiamo verso la grande piazza dietro lo Stadio dove c’è il Palau Sant Jordi di Isozaka e si vede la torre della Telefonica di Calatrava. Qui si muore di caldo! Le piante di olivo che ci sono fanno ombra solo a loro stesse e i raggi del sole si divertono a colpire le nostre povere testoline. Una vera e propria spianata della morte!Mancano solo i condor che svolazzano sopra la nostra testa!Finiamo il giro nella piazza, salutiamo la torre di Calatrava e andiamo verso il Giardino Botanico. Non sembra lontano guardando il percorso sulla piantina, ma non abbiamo considerato il fattore caldo. Ogni passo è una tortura! Neanche gli alberi sul viale alleviano il calore assurdo che c’è qui. Arriviamo davanti all’entrata del giardino. Ma non entriamo. Simona dice che se entra là dentro si siede e non si rialza più ed io la penso allo stesso modo. Quindi continuiamo a camminare intorno allo Stadio. E gli alberi spariscono. Ormai incomincio quasi a sentire lo svolazzare dei condor. Il desiderio di casa in questo momento è più forte che mai!Casa-acqua-casa-acqua, solo questo ci rimbomba nella mente. Ma per fortuna arriviamo alla fine del viale e lì c’è ombra!Adios spianata! Prendiamo l’autobus per andare sopra la fortezza di Mont Juic e l’autobus ha l’aria condizionata. Fresco!Fresco! Meno male!Ci riprendiamo un po’ e ci godiamo il panorama! Finalmente arriviamo in cima a Mont Juic e tutta Barcelona è sotto in nostri piedi! Si vede tutto il porto, il lungomare, la Sagrada, l’intera città. Iniziamo a fare un giro dentro la Fortezza, ma prima io devo fare la deficiente e salgo su un cannone per farmi una foto. Sempre la solita, eheheh! Il panorama è veramente fantastico, però la fortezza non è niente di che. Non andiamo a vedere il museo militare (non ci interessa granché) ed io mi faccio un’altra foto stupida dentro una garitta. Incominciamo a sentire i morsi della fame. E così ci dirigiamo al baretto lì vicino. Con i prezzi più allucinanti mai visti sul pianeta. Questi ladrones hanno il monopolio assoluto qua sopra e fanno quello che vogliono!ci prendiamo un gelato salatissimo (scusate il gioco di parole) e ci riposiamo un po’ all’ombra. E’ quasi ora di scendere. Il museo Mirò ci aspetta.
Riprendiamo l’autobus e scendiamo proprio davanti alla sede della fondazione. Giusto il tempo di fare il biglietto con descuento incluso ed eccoci dentro. Nella prima parte del museo ci sono delle installazioni di artisti moderni. C’è un intero tavolo pieno di mattoncini Lego, dove i visitatori si possono mettere a costruire le cose più incredibili. Ovviamente, non resistiamo!Grande idea, veramente divertente! Continuiamo il giro e in una sala c’è un fascio di luce colorata che è proiettato a rotazione sul muro. Sembra quello di 007!Io non resisto e mi metto in posa!Che risate! Finalmente arriviamo alla parte con le opere di Mirò e di altri. Girato il museo in lungo e in largo, usciamo e riprendiamo l’autobus che ci riporta alla Plaça España. Salutiamo Mont Juic, abbiamo altre cose da vedere oggi.

venerdì 10 ottobre 2008

Meme pensiero-la nostra foto da piccoli

Grazie a Mami@rt mi è arrivato questo Meme.
Ma cos'è un Meme?Fino ad oggi non ne avevo la + pallida idea,ma il world wide web serve ad imparare cose nuove...
Un meme è simile a una catena di San Antonio,ma molto più divertente. Sono idee che passano da un blog ad un altro attraverso il sistema della nomination: un blog adotta il meme e propone uno o più blog affinché aderiscano all’iniziativa .
In questo caso bisogna pubblicare una foto nostra di quando eravamo dei pupetti,piccoli sbrodolosi e coccolosi infanti...
ah che bei tempi...mangiare e dormire...solo questo...non che io sia cambiata +di tanto..ihihihih..scherzo
Dopo lunghe e affannose ricerche ecco qui la foto su cui è caduta la mia scelta.
Mi raccomando ora che avete smesso di ridere,notate la stessa facciotta buffa di adesso...che tenerona che ero! ;oD
Ora passo alle nomination...
Vediamo a chi tocca svelare il suo lato infantile:
sono proprio curiosa..eheh
non scappi Ele..ehehe
-Alessia
Ragazze tocca a voi ora!
Ciaociao
;OP

giovedì 9 ottobre 2008

Sempre la solita Italia...

Sempre la solita storia...il festival della fotografia di Roma verrà cancellato!
Per l'ennesima volta le cose buone vengono buttate giù dalla torre per presunti problemi di budget. Si può fare qualcosa con sponsor e altre cose e soprattutto ormai l'organizzazione del festival è partita.Non è possibile che finiscano sempre a tagliare in modo indiscriminato senza proporre. Che tristezza!!!
Facciamo qualcosa per il festival di fotografia.
Ecco la petizione online.
Firmate e diffondete la notizia.
http://firmiamo.it/noncancellateilfestivaldellafotografiadiroma

Sign for Non cancellate il festival della fotografia di Roma!!!!!

domenica 5 ottobre 2008

Le terrificanti scale della Sagrada Familia (arghh!!) e la scarpinata fino a Parc Guell

Per andare alla Sagrada, ci dirigiamo verso la stazione metro Diagonal, almeno così facciamo riposare i nostri piedi visto che la giornata è lunga. Ma raggiungere la linea della metro giusta si rivela una vera impresa!Infatti, ci sono i lavori in corso e l’ingresso alla linea che dobbiamo prendere è bloccato. Addirittura un’addetta distribuisce volantini per indicare dove andare per accedere alla metro che ci serve. Una vera e propria piantina, con percorso segnalato anche sul marciapiede. Praticamente giriamo l’intero isolato per trovare stà benedetta entrata!Un labirinto!Comunque alla fine prendiamo la metro e arriviamo alla Sagrada Familia, il simbolo di Barcelona.
Già dall’esterno è incredibile! Dopo aver fatto il biglietto con descuento d’ordine incluso, entriamo. Ed anche qui ogni parola è superflua. La Sagrada è di fronte a noi, altissima ed imponente. Ed ancora in costruzione! Infatti, l’edificazione della Sagrada è iniziata da più di 100 anni e non è stata ancora completata. L’accesso è dalla parte della facciata più recente. Dopo qualche foto, finalmente entriamo nell’immenso cantiere. E lo spettacolo continua! Dentro è tutto letteralmente in costruzione, ma si intuisce bene quello che potrà diventare. Le vetrate già montate danno variegati effetti cromatici sulla folla di turisti. Sembra di essere dentro il cantiere di una cattedrale medievale, visti sia i tempi che l’imponenza. Tutto richiama l’idea di Gaudì sulla fusione tra architettura e natura. C’è ancora tanto da fare! Speriamo che gli 8 euro di biglietto non siano serviti a niente…dovrebbe essere un contributo alla costruzione!C’è una fila interminabile di gente per l’ascensore per salire su una delle torri. Decidiamo quindi di andare a vedere l’altra facciata, quella originale di Gaudì. Uno spettacolo superiore all’altra facciata più recente!Si vede proprio la differenza! Ritorniamo all’interno della Sagrada e scopriamo che c’è un altro ascensore, con una fila molto più piccola. Bisogna pagare anche qui per salire (2,5 euro) e si scende a piedi, ma venire qui e non andare fino in cima ad una torre sarebbe un peccato! Quindi ci mettiamo in fila e dopo non molto tempo ( ed un tentativo di chiacchierata da parte di un turista inglese…) entriamo nell’ascensore. Ci ritroviamo sulla torre senza neanche capire come e con tutta Barcelona ai nostri piedi! Anche qui in alto i lavori continuano incessantemente e nascono le forme più strane! Purtroppo tocca già scendere. E qui inizia il nostro dramma. Nella prima parte della discesa le cose procedono abbastanza bene anche se la scala è a chiocciola e senza corrimano. Anche perché la scala non è ripidissima e ci sono degli affacci, sia sulla facciata sia all’interno della scala (ehm quelli sì inquietanti). Il punto è che stà benedetta scala sembra non finire più! Flavia incomincia a sentire un dolore alla caviglia, io al ginocchio destro e Simona manco lo so, visto che ormai sono ipnotizzata dai gradini. Le nostre facce che all’inizio della scala erano tranquille ormai sono trasformate: l’unico pensiero è uscire da qua!Solo che scendendo la cosa si fa ancora più inquietante, e anche pericolosa. Infatti, la scala si stringe sempre più, sempre senza corrimano e l’assenza di luce del sole peggiora solo le cose. Fino a che come un’oasi nel deserto, intravediamo la fine. Terra!!! Con un misto di disperazione, stanchezza e non so che altro abbiamo superato la terribile prova della scala della Sagrada. Simona trova la forza di fotografare me e Flavia mentre usciamo da lì. Sconvolte! Usciamo dalla Sagrada e cerchiamo di riprenderci un po’. Un giretto nel negozio di souvenir all’interno e al museo nei sotterranei sono quello che ci vogliono. Almeno siamo attaccate al terreno. E anche la Sagrada Familia è stata visitata. Speriamo di tornarci quando sarà completata. Incrociamo le dita. È ora di pranzo e di trovare un posto dove pappare qualcosa. All’uscita dalla cattedrale ci danno alcuni volantini di locali lì vicino. Decidiamo di puntare su Friss. Rimediamo dei tramezzini tonno, insalata e pomodoro piuttosto buoni. E così anche la panza è ok. Ci incamminiamo verso l’Avinguda Gaudì, dopo aver visto un paio di negozietti di ricordini.
L’Avinguda è veramente una strada carina e porta all’Ospedale di Sant Pau di Montaner, lo stesso del Palau della Musica. E qui incredibilmente ritroviamo la facciata perduta di Flavia. Ci riposiamo un po’ e riprendiamo la metro lì vicino. Scendiamo alla fermata Liceu perché vogliamo andare a vedere il Palau Guell, ma purtroppo è chiuso. Quindi andiamo in albergo a riposarci un po’, prima di andare a Parc Guell. Alla reception scopriamo che la ragazza di turno oggi è italiana e ci facciamo dare qualche suggerimento per andare al parco,anche se non sembra avere le idee chiare. Prendiamo la metro e scendiamo a Lesseps e ci sciroppiamo una bella camminata prima di imboccare la traversa che porta al parco. E lì ci aspetta una fantastica salita. Sempre meglio delle scale! Finalmente arriviamo a Parc Guell. Pienissimo di gente, ma soprattutto delle sculture e forme più incredibili. Ovviamente tutta farina del sacco di Gaudì! Dopo la foto di rito vicino alla salamandra (dopo aver fatto spostare una signora italiana che si credeva a casa sua…), entriamo nella Sala Hipòstila, con le grandi colonne che sorreggono la lunghissima panchina sovrastante. Qui sotto ci facciamo delle foto abbracciate alle colonne e un cinese chiede a Flavia di fare una foto. E qui altre risate!Infatti, il cinese ha la luce in faccia e Flavia per dirglielo gli fa “The sun on your face!”. Fantastica Flabia! Saliamo su e da lì tutta Barcelona è davanti a noi, veramente! Dalla Sagrada a Mont Juic!Ci sediamo sulla lunga panchina rivestita dalle piastrelle più diverse e colorate che ci siano. Flavia si mette a cercare le piastrelle che si vedono sul suo libro. Riprendiamo il giro! Ogni angolo è diverso e con le forme più disparate. Il parco è come un piccolo mondo incantato. Entriamo dentro la Casa Studio di Gaudì, ovviamente pagando. Ma dentro non c’è niente di che. L’unica cosa degna di nota è l’attacco di ridarella di Flavia. Oddio che risate! Per fortuna Cioppa ha documentato l’evento..ihih. Usciamo e continuiamo il giro nel parco. Quasi ci perdiamo ad un certo punto. Poi chiediamo indicazioni a una simpatica coppia di anziani che gentilmente ci consigliano su come tornare a Plaça Catalunya. Anche la visita a Parc Guell è finita. Riprendiamo la strada di prima, questa volta in discesa. Ci fermiamo nei negozietti di souvenir e poi andiamo prendere l’autobus 24. Siamo belle che distrutte!Vediamo dall’autobus la Pedrera e Casa Batllò, un ultimo saluto. E poi via verso l’Hosteria. Domani sarà un’altra dura giornata. L’ultima a Barcelona.

sabato 4 ottobre 2008

Todo Gaudì!!!

Oggi è il 1 settembre e la giornata è tutta dedicata alle opere di Gaudì!
Siamo scampate alla confusione degli avventori del pub sotto l’hotel, che di domenica sera per fortuna è chiuso. Colazione da Buenas Migas!Simona con cappuccino, io con cappuccino e cornetto e Flavia con il tè e il cornetto. Fantastica Flavia con il suo modo di strizzare la bustina di tè!Io farei un vero macello conoscendomi. Oggi per fortuna il cappuccino è un’altra cosa rispetto ad ieri, visto che sono state mani diverse a farlo. Meglio per noi!Ha persino uno spruzzo di cacao sopra. Riempita la pancia, il cervello si è bello che attivato. È ora di incamminarci verso il Paseo de Gracia. Direzione Casa Batllò! Decidiamo di andare a piedi, tanto non è molto distante da Plaça Catalunya. Camminando vediamo diversi edifici modernisti, soprattutto la pavimentazione del marciapiede. Incominciamo a trovare i primi segnali della presenza di Gaudì!Infatti, troviamo una serie di panchine con lampione annesso disegnate proprio da lui. Ad un certo punto scorgiamo la sagoma inconfondibile di Casa Batllò.

Ci avviciniamo alla biglietteria e dopo aver pronunciato la parola d’ordine (ovvero Descuento por Estudiantes, eheh), finalmente entriamo al n°43 del Paseo de Gracia. Munite di audioguide incominciamo la visita. Bè descrivere Casa Batllò a parole è quasi impossibile. E’ un’esplosione continua di forme e di fantasia. Gaudì è veramente un genio assoluto! Architettura e natura sono integrate, legate in maniera simbiotica. Gaudì non era attento solo a questo aspetto, ma era anche molto pratico: le finestre “a scomparsa” del salone, le maniglie ergonomiche delle porte, i vetri con diverse tonalità di colore, l’impianto di riscaldamento. Ogni cosa ha un suo perché. Cioppa e io fotografiamo a raffica ogni cosa. Io sono perseguitata dal classico impallatore di foto: quello che ti trovi in ogni inquadratura possibile e non capisce che si deve togliere manco se gli spari il flash in faccia!L’uomo con la camicia a quadri più brutta del mondo mi ha snervato,ormai è ovunque!Finalmente arriviamo sul tetto e anche lì le forme più strane prendono quasi vita!Mettiamo le firme per la serie io c’ero, e Flavia firma anche per Lucia (anche se virtualmente!).Scendiamo al piano terra con l’ascensore, anche questo fantastico, riconsegnamo le audioguide e purtroppo la visita a casa Batllò è già finita. Meglio puntare sulla seconda tappa della giornata, Casa Milà detta "La Pedrera". Ci mettiamo in fila e anche lì, grazie alla famosa frase, entriamo. Prendiamo l’ascensore (anche se volevamo andare a piedi, che matte) e arriviamo all’ultimo piano, dov’è c’era la soffitta ora adibita a museo. Filmati, ma soprattutto modelli delle opere di Gaudì sono ovunque. Finalmente saliamo sul tetto e qui ogni parola è inutile. Camini dalle forme più incredibili (addirittura decorati con le bottiglie di champagne!), dominano un continuo saliscendi, piuttosto pericoloso visti i miei precedenti “cascanti”. Non c’è niente da dire il tetto della Pedrera è come un piccolo mondo a parte che dà sulla città. Ci affacciamo e si vedono le curve sinuose della facciata. Fantastico!Purtroppo tocca scendere prima o poi. Quindi passiamo per una stretta scala a chiocciola e entriamo nell’unico appartamento visitabile. Ad un certo punto Simona e io ci sediamo. Sedute su una panchina stile Gaudì, niente male!Iniziamo il giro nell’appartamento. Gli arredi non sono proprio originali Gaudì, secondo me, ma la divisione della casa è sicuramente sua. Dalla finestra del salone si vede Casa Batllò!Finito il giro scendiamo fino al piano terra a piedi, e qui, devo dire, inizio a pensare che siamo leggermente masochiste. Comunque arriviamo nel cortile interno, anche questo spettacolare. Saliamo un po’ sulla scala interna al cortile, e lì c’è una porta tutta decorata. Cioppa si fa fare una foto mentre fa finta di aprirla!Magari avere una casuccia qui! Purtroppo ci tocca uscire anche da qui, sigh. Comunque il tour Gaudì non finisce mica qui! Prossima tappa: Sagrada Famiglia!!!

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