domenica 5 ottobre 2008

Le terrificanti scale della Sagrada Familia (arghh!!) e la scarpinata fino a Parc Guell

Per andare alla Sagrada, ci dirigiamo verso la stazione metro Diagonal, almeno così facciamo riposare i nostri piedi visto che la giornata è lunga. Ma raggiungere la linea della metro giusta si rivela una vera impresa!Infatti, ci sono i lavori in corso e l’ingresso alla linea che dobbiamo prendere è bloccato. Addirittura un’addetta distribuisce volantini per indicare dove andare per accedere alla metro che ci serve. Una vera e propria piantina, con percorso segnalato anche sul marciapiede. Praticamente giriamo l’intero isolato per trovare stà benedetta entrata!Un labirinto!Comunque alla fine prendiamo la metro e arriviamo alla Sagrada Familia, il simbolo di Barcelona.
Già dall’esterno è incredibile! Dopo aver fatto il biglietto con descuento d’ordine incluso, entriamo. Ed anche qui ogni parola è superflua. La Sagrada è di fronte a noi, altissima ed imponente. Ed ancora in costruzione! Infatti, l’edificazione della Sagrada è iniziata da più di 100 anni e non è stata ancora completata. L’accesso è dalla parte della facciata più recente. Dopo qualche foto, finalmente entriamo nell’immenso cantiere. E lo spettacolo continua! Dentro è tutto letteralmente in costruzione, ma si intuisce bene quello che potrà diventare. Le vetrate già montate danno variegati effetti cromatici sulla folla di turisti. Sembra di essere dentro il cantiere di una cattedrale medievale, visti sia i tempi che l’imponenza. Tutto richiama l’idea di Gaudì sulla fusione tra architettura e natura. C’è ancora tanto da fare! Speriamo che gli 8 euro di biglietto non siano serviti a niente…dovrebbe essere un contributo alla costruzione!C’è una fila interminabile di gente per l’ascensore per salire su una delle torri. Decidiamo quindi di andare a vedere l’altra facciata, quella originale di Gaudì. Uno spettacolo superiore all’altra facciata più recente!Si vede proprio la differenza! Ritorniamo all’interno della Sagrada e scopriamo che c’è un altro ascensore, con una fila molto più piccola. Bisogna pagare anche qui per salire (2,5 euro) e si scende a piedi, ma venire qui e non andare fino in cima ad una torre sarebbe un peccato! Quindi ci mettiamo in fila e dopo non molto tempo ( ed un tentativo di chiacchierata da parte di un turista inglese…) entriamo nell’ascensore. Ci ritroviamo sulla torre senza neanche capire come e con tutta Barcelona ai nostri piedi! Anche qui in alto i lavori continuano incessantemente e nascono le forme più strane! Purtroppo tocca già scendere. E qui inizia il nostro dramma. Nella prima parte della discesa le cose procedono abbastanza bene anche se la scala è a chiocciola e senza corrimano. Anche perché la scala non è ripidissima e ci sono degli affacci, sia sulla facciata sia all’interno della scala (ehm quelli sì inquietanti). Il punto è che stà benedetta scala sembra non finire più! Flavia incomincia a sentire un dolore alla caviglia, io al ginocchio destro e Simona manco lo so, visto che ormai sono ipnotizzata dai gradini. Le nostre facce che all’inizio della scala erano tranquille ormai sono trasformate: l’unico pensiero è uscire da qua!Solo che scendendo la cosa si fa ancora più inquietante, e anche pericolosa. Infatti, la scala si stringe sempre più, sempre senza corrimano e l’assenza di luce del sole peggiora solo le cose. Fino a che come un’oasi nel deserto, intravediamo la fine. Terra!!! Con un misto di disperazione, stanchezza e non so che altro abbiamo superato la terribile prova della scala della Sagrada. Simona trova la forza di fotografare me e Flavia mentre usciamo da lì. Sconvolte! Usciamo dalla Sagrada e cerchiamo di riprenderci un po’. Un giretto nel negozio di souvenir all’interno e al museo nei sotterranei sono quello che ci vogliono. Almeno siamo attaccate al terreno. E anche la Sagrada Familia è stata visitata. Speriamo di tornarci quando sarà completata. Incrociamo le dita. È ora di pranzo e di trovare un posto dove pappare qualcosa. All’uscita dalla cattedrale ci danno alcuni volantini di locali lì vicino. Decidiamo di puntare su Friss. Rimediamo dei tramezzini tonno, insalata e pomodoro piuttosto buoni. E così anche la panza è ok. Ci incamminiamo verso l’Avinguda Gaudì, dopo aver visto un paio di negozietti di ricordini.
L’Avinguda è veramente una strada carina e porta all’Ospedale di Sant Pau di Montaner, lo stesso del Palau della Musica. E qui incredibilmente ritroviamo la facciata perduta di Flavia. Ci riposiamo un po’ e riprendiamo la metro lì vicino. Scendiamo alla fermata Liceu perché vogliamo andare a vedere il Palau Guell, ma purtroppo è chiuso. Quindi andiamo in albergo a riposarci un po’, prima di andare a Parc Guell. Alla reception scopriamo che la ragazza di turno oggi è italiana e ci facciamo dare qualche suggerimento per andare al parco,anche se non sembra avere le idee chiare. Prendiamo la metro e scendiamo a Lesseps e ci sciroppiamo una bella camminata prima di imboccare la traversa che porta al parco. E lì ci aspetta una fantastica salita. Sempre meglio delle scale! Finalmente arriviamo a Parc Guell. Pienissimo di gente, ma soprattutto delle sculture e forme più incredibili. Ovviamente tutta farina del sacco di Gaudì! Dopo la foto di rito vicino alla salamandra (dopo aver fatto spostare una signora italiana che si credeva a casa sua…), entriamo nella Sala Hipòstila, con le grandi colonne che sorreggono la lunghissima panchina sovrastante. Qui sotto ci facciamo delle foto abbracciate alle colonne e un cinese chiede a Flavia di fare una foto. E qui altre risate!Infatti, il cinese ha la luce in faccia e Flavia per dirglielo gli fa “The sun on your face!”. Fantastica Flabia! Saliamo su e da lì tutta Barcelona è davanti a noi, veramente! Dalla Sagrada a Mont Juic!Ci sediamo sulla lunga panchina rivestita dalle piastrelle più diverse e colorate che ci siano. Flavia si mette a cercare le piastrelle che si vedono sul suo libro. Riprendiamo il giro! Ogni angolo è diverso e con le forme più disparate. Il parco è come un piccolo mondo incantato. Entriamo dentro la Casa Studio di Gaudì, ovviamente pagando. Ma dentro non c’è niente di che. L’unica cosa degna di nota è l’attacco di ridarella di Flavia. Oddio che risate! Per fortuna Cioppa ha documentato l’evento..ihih. Usciamo e continuiamo il giro nel parco. Quasi ci perdiamo ad un certo punto. Poi chiediamo indicazioni a una simpatica coppia di anziani che gentilmente ci consigliano su come tornare a Plaça Catalunya. Anche la visita a Parc Guell è finita. Riprendiamo la strada di prima, questa volta in discesa. Ci fermiamo nei negozietti di souvenir e poi andiamo prendere l’autobus 24. Siamo belle che distrutte!Vediamo dall’autobus la Pedrera e Casa Batllò, un ultimo saluto. E poi via verso l’Hosteria. Domani sarà un’altra dura giornata. L’ultima a Barcelona.

2 commenti:

  1. rileggedo il tuo resoconto, mi rendo conto solo ora che abbiamo camminata un botto!!!!!!!
    mi ricordo che alla stazione Lesseps c'era il cartello che indicava la distanza da Parc Guell era di 1150 m e alcuni in salita come hai scrito tu!poveri piedini!
    baci

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  2. Ciao!quel cartello me lo ricordo bene anche io purtroppo...veramente,poveri piedi!
    besos

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